L’arte non è mai stata relegata in una torre d’avorio separata dalla realtà, quindi non deve stupire che il suo mercato possa subire variazioni nel momento in cui tanta parte della realtà risiederà nell’universo digitale, ovvero nel metaverso di cui tanto si discute.
Considerando l’infinità di contenuti che circolano nella rete, è abbastanza evidente che alcuni di essi possano essere di tipo artistico. Attraverso gli NFT, le opere artistiche possono circolare nel mondo digitale da un venditore a un compratore e gli NFT stessi sono uno strumento di garanzia che attesta con assoluta certezza chi sia il proprietario dell’opera d’arte digitale.
L’acronimo significa Non-Fungibile Token (letteralmente “gettone non fungibile, non sostituibile”) e si riferisce appunto a un certificato di proprietà su un contenuto digitale.
Immaginiamo l’esempio di una fotografia. Essendo in formato digitale, se il fotografo la pubblica su Internet essa può essere riprodotta all’infinito, e chiunque può usarla come vuole. Se ne viene fatto un uso improprio o non pattuito, si può richiedere la rimozione dello scatto. In alcuni casi occorre pagare per poterla scaricare in alta risoluzione e/o utilizzare a fini commerciali, ma questo non rende proprietari della fotografia: ne consente soltanto l’utilizzo.
Il fotografo potrebbe invece trasformare la fotografia in un NFT, che è una sorta di codice univoco che identifica l’opera. Chi acquista questo NFT diventa proprietario esclusivo di quell’immagine, e può a sua volta rivenderla.
In realtà, non esistendo ancora leggi che regolamentano questo tipo di acquisto, è piuttosto difficile capire come l’acquirente possa tutelare e far valere la proprietà. Resta il fatto che, oggi, ci sono già tantissime persone che hanno investito in NFT. È interessante notare che in alcuni casi non si tratta di opere d’arte, ma di “pezzi unici” come il primo tweet o il primo Sms della storia: sono stati associati a un NFT e gli NFT sono stati venduti, e chi li ha comprati è diventato proprietario di qualcosa che non ha alcuna esistenza concreta, che non potrà mai “appendere in salotto” e che si trova riprodotto in innumerevoli pagine web.
Al contrario potrebbero essere generati NFT di opere d’arte create digitalmente ab origine e di cui non esiste una copia materiale.
Al di là delle dinamiche finanziarie e legali, delle implicazioni filosofiche e dei giudizi morali, è interessante sapere che il sistema degli NFT può effettivamente permettere a un artista di tutelare la propria opera e garantirsi un riconoscimento economico. La domanda è: questo sarà di stimolo nell’immaginare nuove forme artistiche? Noi di Cinquerosso Arte ci auguriamo di sì, perché sogniamo un mondo in cui i creativi possano esprimersi e vivere del proprio lavoro, e questo lavoro possa rendere migliore la vita delle persone.