Sebastiano Sallemi insegna Discipline Plastiche e non ha mai abbandonato la sua più grande passione, la pittura. Il percorso accademico seguito durante la sua formazione gli ha permesso di accostarsi e analizzare con interesse tutte le forme artistiche, focalizzandosi principalmente su quelle dell’ultimo secolo. Il suo interesse va soprattutto a scultori e pittori che hanno tentato e tentano tuttora di eliminare il confine tra queste due discipline. Le sculture di Picasso e Schwitterse, così come gli environment di Louise Nevelson, diventano il punto di riferimento dei suoi primi lavori, realizzati con legni e vernici.
Nel tempo la ricerca si amplia di continue sperimentazioni con materiali poveri come cemento, cartone e carta, ma l’uso della pittura come medium principale è quello che soddisfa maggiormente le future scelte estetiche, ponendo maggiore attenzione a quelle tele di stampo analitico di cui Griffa, Marchegiani, Buren o Agnes Martin sono i protagonisti, generando superfici dalle delicate geometrie monocromatiche che rimandano l’osservatore a un minimalismo lirico e ascetico. Il colore, la luce e il suono sono il fil rouge di tutto il suo lavoro.