Eclettico, curioso, sperimentatore, Luca Gentile AKA Bad Mandala non si ferma mai. La sua testa, come ogni sua opera, è un intrico di idee, immagini, linguaggi, percorsi di senso che non esauriscono la loro energia.
Luca, raccontaci la tua formazione
Sono sempre stato molto appassionato di fumetti e cartoni animati, e ho iniziato a disegnare da bambino. Da adolescente mi sono avvicinato al mondo dell’hip hop, dei graffiti e della street art. Ho viaggiato per l’Europa seguendo i vari eventi di questo ambiente, e ho vissuto per un periodo a Berlino e a Londra. Successivamente ho iniziato la formazione come graphic designer e mi è venuto naturale unire le due cose, da un lato quello che avevo imparato dalla strada e dall’altro ciò di cui mi occupavo a livello professionale: web design, graphic design, loghi, copertine e così via. Qui nasce il progetto Bad Mandala: ho unito la parte più giocosa con la tecnica più rigorosa, per approdare alla computer art.
Come mai hai scelto questo nome d’arte?
Perché nel mio lavoro come nei mandala applico una grandissima attenzione al particolare. Amo questa pratica che richiede minuziosità e tempo per disegnare cose molto piccole e molto precise. Questo porta ad una sorta di trance meditativa che ti permette di andare oltre, e disegnare cose che non sapevi neppure ti appartenessero. Le mie opere sono spesse dei complessi freestyle privi di bozza, quello che succede, succede.
Qual è stata l’evoluzione delle opere di Bad Mandala?
Ho iniziato a disegnare con penna bic in grandi formati. Un lavoro certosino, che richiedeva tantissimo tempo e tantissimo impegno. Andando avanti ho cercato di semplificare e rendere più pulito e naturale il processo. Sono passato anche a pittura, scultura, paper crafting, incisione. Quello che mi spinge a livello artistico è inseguire quello che mi piace. Alcuni artisti si soffermano sulla stessa cosa per anni, a me invece piacciono il cambiamento, la trasformazione, la commistione con gli altri aspetti della mia vita. Adesso per esempio sto lavorando tanto con la carta, con la 3D art e con la scultura. Mi piace molto immaginare in tre dimensioni. La serie delle Maschere, per esempio, l’ho realizzata con la spugna che si usa per le composizioni floreali: ho inciso le forme con una tecnica molto particolare e poi le ho fotografate. Anche se hanno richiesto diverse settimane di lavoro, ho voluto che fossero opere leggere, buffe. Il mio scopo è sempre quello di far sorridere.
Le tue opere sono molto eterogenee, ma puoi provare a sceglierne una e raccontarci come è nata? Ci piacerebbe capire come lavori.
Prendiamo per esempio Mandala Hip Hop. Come forma e come esecuzione è più semplice di altri, perché è meno dettagliato, ma dà un’idea della mia tecnica e del mio mondo. Sono partito dal centro e via via ho costruito lo spicchio. Poi, tramite computer, ho replicato lo spicchio per completare l’intera superficie e ho sistemato i margini. Se si guarda bene è possibile riconoscere tanti elementi dell’hip hop, come rullo, scarpe, microfoni, spray, tenuti insieme da cavi e forme geometriche. Sembra quasi composto da Icone per computer. L’effetto che ho cercato di ottenere è un insieme di geometrie se visto da lontano, ma avvicinandosi è possibile scoprire tutte le piccole parti di cui è composto che raccontano una storia.
A cosa stai lavorando ora?
In questo periodo mi sto concentrando sulla musica elettronica e sui videoclip, insieme ad un amico. visivamente prendo clip, scene, pezzi di green screen in giro per la rete e realizzo video a tempo, un po’ glitch art un po’ vaporwave. Quindi da una parte video making e dall’altra 3D art. Il mio sogno sarebbe realizzare un cartone animato 3D o un videogame. In ogni caso mi diverto molto e spero di trasmettere questo sentimento a chi guarda le mie opere.