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Glitch Art – Errare è umano

Interferenze, perdite di segnale, improvvisi cambi di colore, deformazione dell’immagine o del suono… Sono alcuni dei piccoli incidenti che possono capitare con qualsiasi sistema elettronico, i cosiddetti glitch. Ed ecco che qualcuno ha pensato di farne materia per l’arte. Perché le macchine, per quanto possano approssimarsi alla perfezione, sono emanazioni dell’uomo e dunque fallibili.

Glitch è un termine tecnico che descrive un malfunzionamento imprevisto di un dispositivo, qualcosa che salta agli occhi in modo più o meno fugace. Tutti abbiamo ben in mente che cosa accade, per esempio, se c’è una momentanea perdita di segnale durante la riproduzione di un film.

La glitch art, così come la glitch music, consiste nel trasformare questi eventi del tutto casuali e imprevedibili in qualcosa di esteticamente e intellettualmente interessante. Sì, perché l’evoluzione tecnologica, a ben vedere, è un’estenuante tensione verso la riduzione dell’errore. Alcune macchine sono nate con il proposito di sostituire l’uomo nel lavoro allo scopo di aumentare la produttività e ridurre le possibilità di errore (il cosiddetto errore umano). Altre macchine, come per esempio la televisione o il telefono, sono al servizio dell’uomo, e in questo caso si combatte l’errore in nome di una funzionalità senza intoppi.

Eppure l’errore, il malfunzionamento, l’imprevisto, capitano e ci ricordano la nostra intrinseca imperfezione, strappandoci all’illusione dell’onnipotenza. Errare è umano, appunto.

Esempi di glitch art si riscontrano in buona parte del Novecento, ma è sul finire del secolo che si inizia a parlarne con maggiore frequenza, anche di pari passo con lo sviluppo delle tecnologie digitali e quindi della digital art.

Il processo creativo della glitch art consiste nel catturare un glitch che si verifica spontaneamente, oppure (più spesso) nel provocarlo per ottenere un determinato effetto. Ne risultano immagini statiche o in movimento deformate. E le deformazioni nell’arte hanno sempre un significato. Sono deformazioni le linee prospettiche “scoperte” nel Rinascimento che, paradossalmente, servono a darci un’illusione di realismo. Sono deformazioni le scomposizioni cubiste o futuriste, solo per citare alcuni precedenti. De-formare significa richiamare l’attenzione sulla forma e quindi anche sulla percezione, costringe ad andare oltre l’ovvio e accettare usa sfida che destabilizza.

È quello che fa il nostro Manuele Chan nei suoi “Tremori”, dove i contorni sono sfaldati, i colori virati in un’estetica dal sapore molto contemporaneo.

Come sarebbe noiosa la vita, senza errori.

Scopri le opere glitch art di Manuele Chan

Cinquerosso sinergie innovazione idee Francesca Fazioli

Vent’anni insieme! – di Francesca Fazioli

Ricordo benissimo quel 5 luglio del 2002. Come potrei dimenticarlo? Quel giorno nasceva Cinquerosso, un luogo destinato ad essere un vero e proprio punto di incontro tra professionisti della creatività: fotografi, stilisti, graphic designer, architetti, artisti.

Era questo che volevo: un luogo aperto all’innovazione e alla sinergia tra persone dei più diversi ambiti.

Avevo già alle spalle diversi anni di lavoro come art director prima in agenzie di pubblicità e successivamente in un’importante realtà aziendale come il Gruppo La Perla, avevo imparato tantissimo dal mondo della moda e della comunicazione ed ero soddisfatta del mio percorso professionale. Al tempo stesso, però, avvertivo il forte desiderio di sperimentare qualcosa di nuovo, un’impresa in cui potessi esprimere pienamente le mie idee.

Quello che avevo in mente non era una classica agenzia di comunicazione, il mio sogno era più ambizioso: volevo dare vita a uno spazio innovativo, eclettico, in cui differenti professionalità potessero coabitare e collaborare. Erano i primi anni Duemila e gli spazi di co-working e gli hub – oggi tanto diffusi – erano ancora sconosciuti a Bologna. Nasceva l’era digitale e sentivo che i progetti di comunicazione dovevano sempre più aprirsi alla tecnologia ed al web e che le aziende avevano sempre più bisogno di comunicare attraverso canali e strumenti diversi.

L’impulso per l’apertura di Cinquerosso è arrivato dopo una chiacchierata con due cari amici: Francesca e Eugenio Lenzi, entrambi architetti e lui anche bravissimo scultore. Parlando con loro pensai: “Sarebbe bello se potessimo lavorare insieme, non necessariamente allo stesso progetto ma nello stesso luogo, scambiandoci idee e stimolando la reciproca immaginazione”.

Attorno a quel nucleo si è sviluppata l’idea iniziale. Ed è con gioia poter dire, a vent’anni di distanza, che Cinquerosso è diventato davvero un luogo ospitale e fertile che ha visto passare tantissimi professionisti. In questo spazio originale, una struttura industriale di una Bologna d’altri tempi, si lavora da sempre nell’ambito della pubblicità, della moda, del design, del web e da ultimo anche dell’arte.

Abbiamo avuto il piacere di lavorare con tanti clienti prestigiosi, come Banca di Bologna, Paladini Lingerie, Alma Mater, Fondazione “Fashion Research Italy”, Galleria Forni, Terre della Rocca, Banor Capital, Valuepart, Effetto Luce e ancora prima Visionnaire, Cerdomus, Falper, GVS, per citarne solo alcuni.

Ho puntato sul rosso e sul cinque, il mio numero fortunato, per dar vita ad un laboratorio creativo, dove ancora oggi non ci stanchiamo di immaginare e realizzare progetti per i nostri clienti. Mi piace pensare di aver vinto quella iniziale scommessa. Questo anniversario è soprattutto un’occasione per ringraziare tutti i clienti che ci hanno dato fiducia. È stato, e continuerà ad essere, un piacere percorrere con voi questa strada.

Artisti emergenti

Che domande!

Conosciamo i nostri artisti più da vicino.

Elena Guzzinati, Manuele Chan, Tommaso Fontana, NP e Icaro sono i primi cinque giovani artisti ad essere entrati nella “scuderia” di Cinquerosso Arte. Li abbiamo intervistati per sbirciare dietro le quinte del loro lavoro e scoprire di cosa si nutre la loro immaginazione. Via, dunque, alle domande!

Se dovessi scegliere un solo aggettivo per la tua arte, quale sceglieresti?

Elena: Misteriosa. Manuele: Sgargiante. Tommaso: Gioiosa. NP: Vivace. Icaro: Evocativa.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente se pensi al colore?

Elena: La prima cosa che mi viene in mente è “realtà”. La realtà è a colori. Forse per questo le mie fotografie sono in bianco e nero: non vogliono essere rappresentazioni della realtà ma riflessioni.

Manuele: Fantascienza. Mi viene in mente Blade Runner, le luci al neon su sfondi scuri. È un po’ quella l’atmosfera che metto nelle mie opere.

Tommaso: Per me il colore è un posto sicuro, una situazione familiare. E poi mi fa pensare alla mia grande passione oltre la fotografia: il teatro.

NP: Per me è un’espressione di pura felicità.

Icaro: Penso subito a Kandinskij, perché la sua arte è una davvero una sinfonia di colori. Tra forme e colori, realizzava dei veri e propri spartiti musicali.

E al bianco e nero?

Elena: Impressione. La fotografia una volta era impressione di una lastra fotografica. Mi piace pensare che le foto in bianco e nero abbiano un effetto simile e speculare su chi le guarda, cioè che ne rimangano “impressionati”.

Manuele: Confesso che il bianco e nero classico mi fa un po’ paura. Mi dà l’idea di qualcosa di cupo.

Tommaso: Il bianco e nero per me è semplicità. Non tanto perché sia più semplice del colore (anzi), ma perché è più essenziale. Certo, ci sono le sfumature di grigio, ma è tutto molto meno “rumoroso”.

NP: Nostalgia. Le immagini in bianco e nero mi fanno diventare nostalgica.

Icaro: Casa. Lavoro molto con il bianco e nero. È la mia dimensione.

Immagina di poterti fare un ritratto mentre lavori. Come ti vedi?

Elena: Al computer, concentrata nel mio lavoro di grafica oppure sulle mie foto. Alcune infatti richiedono un certo grado di elaborazione, in particolare quelle della serie Whitechromo.

Manuele: Mi vedo al computer, visto che la mia è principalmente digital art e richiede tante e tante ore davanti a un monitor.

Tommaso: Anch’io mi vedo al computer, anche perché sto studiando il ritratto e sono alla ricerca di ispirazioni.

NP: In giro per la città, attenta a ogni dettaglio.

Icaro: Mi vedo perso nei miei ragionamenti, mentre fisso un punto nel vuoto.

A cosa stai lavorando in questo momento? Qual è l’ultima foto che hai scattato, o l’ultima immagine che hai salvato sul tuo computer?

Elena: Sto preparando altre foto per la serie Whitechromo, e inoltre sto lavorando a una serie nuova. L’ultima immagine che ho scattato e salvato è un interno della basilica di San Pietro, a Roma.

Manuele: Sto lavorando ancora sul tremore, e le ultime immagini che ho salvato sono dei visi maschili e femminili.

Tommaso: Come dicevo sto studiando il ritratto, e l’ultima foto che ho scattato è stato appunto un autoritratto.

NP: Sto lavorando a qualcosa di diverso, mi piacerebbe qualcosa di telescopico rimanendo però sempre in stile street art. Nell’ultima foto ci sono strisce pedonali arcobaleno che spiccano sull’asfalto nero bagnato di Parigi.

Icaro: Nell’ultima foto che ho scattato, per la verità, ci siamo io e i miei amici in un locale di Milano. Sto lavorando intorno a un’idea, ma per il momento preferisco non parlarne.

Cosa vuoi fare da grande? Come ti immagini tra 10 anni?

Elena: Immagino di fare quello che mi piace, il mio lavoro, entusiasta come ora e soprattutto soddisfatta di quello che avrò raggiunto.

Manuele: Mi immagino con un tipo di arte completamente diversa, magari sempre nel campo della digital art ma non più glitch, perché la vedo come una forma d’arte “giovane”, poco adatta a un Manuele più maturo.

Tommaso: Che domanda difficile! Mi piacerebbe molto lavorare con i ritratti e continuare con il teatro, vedremo seguendo quali strade.

NP: Spero tra 10 anni di aver trovato una risposta a chi voglio essere come persona, a livello personale e professionale. Intanto mi godo il presente.

Icaro: Mi piacerebbe tanto aprire un Jazz Bar, in cui far confluire tutte le mie passioni, tra cui ovviamente l’arte.

Scopri le opere di Elena Guzzinati, Manuele Chan, NP e Icaro

Federico Venturoli Glam

Talento e bellezza, dalla moda all’arte – Intervista a Federico Venturoli

Federico Venturoli è il fondatore di Glam, società di consulenza per lo sviluppo di e-commerce nel mondo del fashion. In questa intervista racconta perché ha deciso di diventare partner del progetto di Cinquerosso Arte, seguendo il fil rouge del bello.

Federico, che cos’è Glam.it?

Ho fondato Glam nel 2013, poco dopo la mia uscita da YOOX GROUP,  con l’obiettivo di creare una società di consulenza diversa da quelle già presenti sul mercato. Venivo da un’esperienza più che decennale nella creazione e gestione di boutique online prima nel Gruppo La Perla, in Furla e poi appunto in YOOX Group (La Perla è stato il primo luxury brand italiano ad avere una boutique online nel lontano 2000). Avevo quindi piena consapevolezza di cosa significasse fare e-commerce come azienda produttrice e cosa volesse dire farlo in outsourcing per le aziende produttrici. Ho deciso quindi di “fondere” in Glam questi due lati della stessa medaglia per aiutare al meglio le aziende di moda a sviluppare i loro progetti e-commerce.  La differenza sostanziale rispetto agli altri player sul mercato è che non ci limitiamo a offrire un servizio di consulenza ma diventiamo l’azienda stessa accompagnando il brand lungo tutta la Digital Trasformation. Lavoriamo con grandi firme ma anche per realtà più piccole, sempre in un’ottica internazionale. Questo in sintesi è Glam.

Come mai avete deciso di diventare partner nel progetto di Cinquerosso Arte?

Conosco Francesca da oltre vent’anni, avendo lavorato con lei nel Gruppo La Perla, e siamo sempre rimasti in contatto. Apprezzo enormemente la sua sensibilità estetica, il suo buon gusto e la sua creatività. Sono felice che abbia deciso di coinvolgerci in questo progetto e pensiamo di poter dare un contributo importante, perché abbiamo forti competenze verticali sul canale e-commerce e sul digital marketing. Abbiamo un team specializzato nell’analisi dei dati che è in grado di capire, partendo dai numeri, qual è la strada da intraprendere.

Sono competenze che possono dare energia a Cinquerosso Arte e far emergere al meglio gli artisti. Inoltre sono complementari rispetto all’approccio creativo di Francesca e della sua squadra, ed è proprio questo essere complementari che mi fa ben sperare per il futuro. Aggiungo che abbiamo anche qualcosa che condividiamo: l’imprinting dell’alta moda che deriva dalla nostra comune attività in La Perla.

Nell’aderire a Cinquerosso Arte siamo partiti da queste esperienze comuni e dalla fiducia reciproca, ma il progetto ci è sembrato molto interessante in sé, perché va a coprire un’area di mercato ancora non “servita”.

Fotografia Still-life e arte fiori

Marcella Fierro – Il fior fiore dell’arte still-life

Fotografa professionista specializzata in still-life, ritratto e fotografia d’arredamento, Marcella Fierro è nata a Verona. Si è trasferita a Bologna nel 1993 per frequentare l’Accademia di Belle arti, con un percorso di studi dedicato alla scenografia. È in questo periodo che incontra la fotografia e se ne innamora. La sua formazione professionale ha inizio come assistente in ambito pubblicitario, e apprende quindi tutte le tecniche della fotografia di altissimo livello.

Oggi Marcella ha un suo studio, collabora regolarmente con agenzie di comunicazione e aziende private. L’attività artistica ha sempre fiancheggiato il lavoro su commissione: la qualità e la ricerca creativa sono gli elementi predominanti della sua fotografia. 

Marcella, parlaci dei tuoi fiori. Come mai ti sei concentrata su di loro?

Lo still-life, o natura morta, è una mia grande passione oltre che un lavoro, e i fiori sono tra i miei soggetti preferiti. Non riesco a non fotografarli appena mi capita di averli tra le mani.

Del resto sono da sempre protagonisti nella storia dell’arte, sia per la loro intrinseca bellezza, sia per tutti i significati simbolici di cui sono carichi. Basti pensare al fatto che i fiori sono destinati a incantare con la loro bellezza, ma solo per pochissimo tempo. Fotografandoli, li faccio durare per sempre.

Quando sono stata coinvolta nel progetto di Cinquerosso Arte ho subito pensato ai miei fiori come opere da proporre. Credo che ben si prestino alla missione di Cinquerosso Arte, quella di portare bellezza nella vita delle persone. Cosa c’è di più bello e piacevole da guardare di un fiore?

L’idea mi è poi piaciuta così tanto che ho iniziato a realizzare fotografie di fiori appositamente per Cinquerosso Arte.

Oltre ai fiori veri e propri, fotografi anche le tue composizioni. Qui c’è un doppio processo creativo…

Sì, mi piace molto accostare diversi oggetti, materiali, colori. È proprio l’essenza dello still-life. Non è affatto banale fotografare materiali diversi che, per esempio, reagiscono alla luce in modo differente. Questa difficoltà, questa sfida, è anche quello che rende interessante questo tipo di lavoro. Le mie composizioni floreali sono un’evoluzione di questa mia passione per la natura morta: combinare materiali diversi in forme armoniose.

Come fai a renderli così “vibranti”?

Intanto fotografo tutti i miei fiori in studio, e quindi con un totale controllo della luce. Scelgo ogni aspetto, dal colore dello sfondo al tipo di illuminazione, alla direzione, al contrasto, in modo da determinare esattamente l’atmosfera che ho in mente.

Insomma, non mi limito a fotografare i fiori, ma li interpreto. Cerco di fare in modo che la loro bellezza risalti al meglio, ma allo stesso tempo li rendo “miei”. Per esempio, pensate quanto cambia un fiore con una luce soffusa che appiana le ombre e con una più intensa che crea forti chiaroscuri. Oppure alla differenza tra un fondo pastello, più delicato, e un fondo nero che crea un’atmosfera molto teatrale. Magari il fiore è lo stesso, ma regala emozioni tanto diverse. Questa è l’essenza del mio lavoro.

Scopri le opere still-life di Marcella Fierro

Francesca Fazioli

L’arte per tutti – Intervista a Francesca Fazioli

Titolare e Direttore Creativo dell’agenzia di comunicazione Cinquerosso, Francesca è la mente da cui è nato il progetto Cinquerosso Arte, ed è anche il cuore che lo alimenta con il suo trascinante entusiasmo.

Francesca, come è nata l’idea di Cinquerosso Arte?

È un progetto che ha preso forma piano piano, ma l’intuizione iniziale è arrivata dal contatto con i creativi con cui collaboro. Mi mostravano i loro lavori, anche per chiedere un mio parere, e mi capitava spesso di pensare: “Quest’opera è davvero bella, meriterebbe di avere un mercato”. Sono cresciuta in una famiglia come tante, ma che aveva una passione sfrenata per la letteratura, il teatro e soprattutto per l’arte. Passione che i miei genitori mi hanno trasmesso. Oggi c’è l’arte quotata, che richiede investimenti di un certo peso, e dall’altra c’è un enorme proliferare di immagini che si possono acquistare facilmente ma sono “fatte in serie”. Un po’ come per la moda: da una parte l’altissima qualità delle grandi firme e dall’altra il fast fashion. In questo contesto gli artisti emergenti faticano a farsi valere, ed è un peccato perché ci sono davvero dei bei talenti in giro. Ecco, dalla combinazione di questi pensieri è nata una domanda: è possibile trovare un punto di incontro tra artisti di valore, ma poco conosciuti, e persone che vorrebbero acquistare opere d’arte ma non possono permettersi grandi investimenti?

E la risposta è stata un e-commerce di opere d’arte…

Sì. L’e-commerce può dare accesso a un pubblico vastissimo, dispone di tutti i mezzi del digital marketing e ci permette quindi di valorizzare al meglio in nostri artisti. Inoltre è uno strumento utile per chi acquista: in qualsiasi momento è possibile guardare le opere, scegliere e ordinare senza muoversi di casa. Ma Cinquerosso Arte non solo è solo una strategia commerciale. Ci piace pensare che sia davvero un punto di incontro tra talenti e persone che cercano qualcosa di più del solito poster. Uno spazio concreto, anche se digitale, in cui il bisogno di bellezza delle persone può essere soddisfatto.

Credi dunque che le persone abbiano bisogno di arte?

Certamente. Credo anzi che ne abbiano il diritto. Sono convinta che sia importante avere intorno a noi qualcosa di bello, che ci tocca il cuore, che ci fa riflettere o sognare. Inoltre, scegliere un’opera d’arte è anche un modo per esprimere la nostra personalità, il nostro stile. Anche per questo offriamo un servizio di consulenza, sia per privati sia per aziende e professionisti.

In cosa consiste questo servizio di consulenza?

È molto semplice, in realtà. Può succedere che un professionista, per esempio un interior designer, abbia intenzione di completare un suo progetto con opere d’arte in sintonia con l’insieme. In questo caso può acquistare le opere direttamente dal sito di Cinquerosso Arte, oppure può chiedere un aiuto più specifico. Noi analizziamo le sue necessità e pensiamo a quali opere, tra quelle che sono già nel sito e quelle che magari sono in via di realizzazione, possano corrispondere al meglio. Questo vale anche per attività commerciali, per esempio un ristorante o un B&B, come per i privati che devono arredare casa. In tutti i casi noi siamo a disposizione perché l’opera giusta incontri la persona giusta. In conclusione, credo molto in Cinquerosso Arte. Mi auguro davvero che possa aiutare tanti giovani artisti a esprimersi, e tante persone ad arricchire la propria vita.

Arte Fiera e Art City Bologna

Arte Fiera e Art City. Bologna è in fermento.

Tra il 13 e il 15 maggio si tiene a Bologna la 45a edizione di Arte Fiera, il più importante evento fieristico per le gallerie italiane, intorno a cui ruota una miriade di iniziative, tra cui il varo di Cinquerosso Arte.

Quando a Bologna c’è Arte Fiera si vede! Questo evento, che festeggia i suoi 45 anni, è uno dei più prestigiosi del suo genere ed è il più importante appuntamento dedicato alle gallerie d’arte italiane. Non solo: l’attività fieristica vera e propria si inserisce in una cornice di eventi collaterali che trasformano la città in uno spazio espositivo diffuso, in cui si susseguono incontri e iniziative speciali. In questi giorni, insomma, Bologna pullula di artisti, galleristi, appassionati e curiosi; si respira arte in ogni angolo ed è impossibile non restare contagiati da questa esplosione di creatività.

Come si articolano Arte Fiera e Art City Arte Fiera è strutturata su più sezioni. La principale, aperta al pubblico, è la Main Section che raccoglie le gallerie selezionate per la partecipazione, e che a loro volta espongono un numero limitato di artisti. Alla Main Section si affiancano le sezioni Focus, Pittura XXI, Fotografia e immagini in movimento, che approfondiscono anno per anno tematiche, movimenti, periodi storici, singoli artisti e mezzi espressivi diversi. Art City precede di qualche giorno Arte Fiera, prendendo il via già il 7 maggio, e si articola a sua volta in un Main Program corredato da una moltitudine di eventi in ogni punto della città. Le iniziative sono talmente tante che è impossibile elencarle tutte. Consigliamo di seguire gli hashtag #artefiera2022 e #artefiera, per tenersi aggiornati.

In occasione di Arte Fiera sboccia Cinquerosso Arte È in questo clima di intenso fermento creativo che abbiamo voluto inserire il go live del sito di Cinquerosso Arte. Il nostro progetto nasce proprio a Bologna, e inaugurare il sito durante questo evento così importante ci sembrava molto appropriato. L’arte è un territorio accogliente, dove c’è posto per tutti, dagli artisti di fama internazionale ai giovani emergenti, perché si tratta di emozioni, interpretazioni, messaggi che attraverso diversi linguaggi raggiungono pubblici diversi. Siamo felici di poter dare il nostro contributo per rendere l’arte ancora più “democratica”.

T O P
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