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Alessandra Scandella – Lascio accadere l’imprevedibile

26 - 07 - 2024

Alessandra Scandella lascia accadere l’imprevedibile. Artista e insegnante, cerca, nelle sue opere, l’inaspettato tipico di tutto ciò che è vivo. Per questo ama gli acquerelli, così materici, mutevoli ed espressivi da poter raccontare ogni genere di storia.

Alessandra, qual è stato il tuo percorso formativo?

Mentre frequentavo l’università ho studiato illustrazione alla Scuola superiore di arte applicata del Castello Sforzesco, a Milano. Ho iniziato subito a lavorare nella pubblicità, ma cercando un mio stile, che mi rappresentasse, che mi piacesse. Per questo mi sono dedicata agli acquerelli e agli inchiostri, e da allora ho sempre utilizzato queste tecniche perché voglio partire dalla manualità. Amo l’aspetto imprevedibile della macchia e credo che questo faccia la differenza, soprattutto in un periodo di intelligenze artificiali ed elaborazioni digitali.

Non ho alcun rifiuto nei confronti di questi strumenti, ma vanno comunque calibrati. È uno degli argomenti che tratto anche nei miei corsi.

 Perché sei anche insegnante…

Sì, sono docente allo IED e alla Scuola internazionale di Comics di Milano, dove insegno acquerello e inchiostri. Mi piace molto lavorare con i ragazzi, e propongo un percorso che parte dallo studio della tecnica per poi arrivare a un progetto finale, conservando sempre un qualcosa di artigianale e manuale. Un esempio che faccio spesso è quello del ritratto: puoi partire dallo stesso soggetto e ritrarlo dieci volte, e avrai sempre dieci risultati diversi.

Puoi descriverci le tue tecniche?

Come dicevo, amo l’acquerello perché mi permette di esprimere il mio stile, con la sua imprevedibilità. Utilizzo tantissimi rossi, aranci, viola, oro, molto intensi e concentrati, cioè usando poca acqua, per grandi campiture, alternandole ad altre che invece sono molto velate, molto trasparenti. Non amo l’acquerello sbiadito, lo preferisco concentrato perché dà più energia all’opera. Inoltre lascio sempre campiture bianche, perché secondo me il bianco sottolinea il colore e il disegno, dà più forza ai dettagli. Un’altra caratteristica che apprezzo dell’acquerello è il fatto che, rispetto all’acrilico e ad altre tecniche, lascia sempre qualcosa in sospeso. Un po’ come in alcune poesie, in cui ci sono tanti significati anche in quello che non viene detto.

Ai miei ragazzi dico spesso di non aver paura a usare acqua, lasciando che formi delle macchie, che racconti delle storie. Dico loro di “entrare” nelle macchie e disegnare a partire da lì.

In quali ambiti lavori?

Oltre alla pubblicità, lavoro molto nell’interior design, per la decorazione d’interni. Per esempio realizzando carta da parati. Inoltre lavoro per il settore della moda e quello della bellezza. Sono tutti ambiti in cui posso esprimere il mio stile e utilizzare le mie tecniche nel modo che sento più vicino a me. Mi capita anche di fare delle mostre, cosa che mi piace molto perché mi permette di esporre la tavola originale. I lavori che realizzo per i miei clienti, infatti, partono da un’esecuzione manuale – il disegno, lo schizzo, l’inchiostro, l’acquerello, le macchie –  e hanno poi un passaggio in digitale, con scansioni ad alta definizione. In questo modo posso conservare l’originale, fare le necessarie revisioni e consegnare un prodotto pronto per la stampa. Nel caso delle mostre, invece, consegno le tavole con tutte le tracce più evidenti della manualità, gli imprevisti, ed è quindi un’altra dimensione.

Puoi raccontarci qualcuna delle tue esperienze?

Amo molto il tema del viaggio, quindi sketchbook, carnet de voyage, e così via. Ultimamente mi è capitato di collaborare con Moleskine ed MSC Crociere, che insieme hanno progettato un’agenda con illustrazioni ispirate a tutto il mondo: i continenti, le culture, l’arte, l’alimentazione. Insomma, una manna per chi fa il mio mestiere. Mi piace tantissimo raccontare attraverso il disegno quello che non si può esprimere a parole.

Un altro progetto molto stimolante è stata una serie di ritratti per Domus, storica rivista dedicata all’architettura. In questo caso si trattava di raccontare, attraverso le immagini, le persone. Tra i lavori più recenti, ne ricordo uno per San Pellegrino in cui ho raccontato l’azienda, le sue persone e i suoi luoghi, tra cui una bellissima riserva naturale in Toscana. Con il mio studio ho realizzato anche animazioni per diversi clienti, tra cui una per Bulgari. In questo caso è bellissimo vedere l’acquerello in azione, il formarsi della macchia, i colori in movimento che raccontano davvero delle storie.

Con Cinquerosso Arte, infine, sto lavorando proprio sul tema della natura e del paesaggio. Credo che gli acquerelli si prestino molto bene a questo tema, visto che sono naturali, non sintetici come gli acrilici. Ho sempre con me gli acquerelli quando viaggio. Realizzo vedute di città, paesaggi, marine, o magari persone ai tavolini di un caffè; oppure disegno figure a metà tra l’umano e il mondo vegetale, donne vestite con abiti in cui non si capisce che cosa è tessuto e che cosa è pianta, foglia, fiore.

A proposito di Cinquerosso Arte, come ti stai trovando in questa collaborazione?

Mi trovo molto bene! Apprezzo tantissimo la cura per il dettaglio, in particolare per quanto riguarda la stampa fine art. Vedo che c’è un vero interesse verso la qualità e la professionalità, ben oltre gli aspetti puramente commerciali. Insomma, è una bella avventura e ho tutte le intenzioni di dare il massimo in questa collaborazione.

Leggi l’intervista a Francesco Zurlini!

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