Gianmarco Volpe grazie alla macchina fotografica analogica di suo padre, coltiva una passione per la fotografia che poi diventa professione. La sua arte si concentra sulla memoria antropologica e collettiva, ed è sempre alla ricerca di una vaga impronta dell’essere umano negli ambienti che esplora. Continua a realizzare fotografie su pellicola, facendone una vera e propria cifra stilistica: l’analogico gli permette di fermare il tempo, soffermandosi sul soggetto per analizzarlo in ogni dettaglio.