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Giulio Brandelli un'arte spontanea

Giulio Brandelli – Disegno gli spettatori invisibili della mia vita

15 - 09 - 2023

Musicista e creativo a tutto tondo, Giulio richiama nelle sue opere gli amici immaginari dell’infanzia per averli sempre accanto. La sua è un’arte spontanea e ardente, gioiosa ma anche profonda.

Parlaci della tua formazione artistica.

Ho un talento innato per il disegno, che è venuto fuori fin da piccolissimo. Capitava spesso che, alle elementari, i maestri pensassero che i miei disegni in realtà fossero fatti da un adulto. Però non ho avuto una vera e propria formazione perché i miei genitori hanno preferito per me altre strade. Ho frequentato ragioneria invece che il liceo artistico, ma per compensare e nutrire il mio lato creativo ho studiato tromba al conservatorio. Sono anche musicista, quindi, e suono tuttora. Con il covid ho ripreso a dipingere con più assiduità, cambiando radicalmente stile. Prima il mio era un disegno realistico e i miei soggetti erano corpi di donne, oppure volti. A un certo punto ho iniziato a sentire come troppo restrittive le regole del ritratto e del realismo in generale. Allora sono tornato alle origini, a quello che amavo fare da bambino.

Le tue bizzarre creature…

Già da piccolo combinavo corpi umani e animali per creare figure antropomorfe, e ho ripreso a fare qualcosa di simile. Come dice una mia amica, sono gli amici immaginari dell’infanzia che abitavano sotto il letto, e adesso li ho tirati fuori. Li chiamo “disegnini” o “mostrini”, e all’apparenza sembrano solo buffe creature. In realtà dietro c’è qualcosa di più profondo: sono gli spettatori invisibili della mia vita, osservano in silenzio e divertiti quello che faccio e che mi accade. Ho appena vissuto un’esperienza molto difficile in famiglia, un’esperienza che mi ha fatto provare tanta paura e mi ha portato a riflettere su che cosa sia davvero importante nella vita. Nelle mie opere c’è anche questo.

Quali tecniche usi?

Diverse tecniche, mi piace cambiare e ho una buona manualità, per cui riesco a fare tante cose, che sia cucinare o scolpire il legno o fare l’uncinetto. All’inizio erano solo acquerelli, poi sono passato a una tecnica mista. Uso fogli di carta acquerellabile molto spessi, su cui preparo una base mischiando acquerelli, inchiostri, pennarelli, penne, matite. Di solito parto da un’idea, un concetto (per esempio, la sensazione di non avere mai abbastanza tempo, che è qualcosa che sperimentiamo tutti), a quel punto mi vengono in mente le figure e mi lascio guidare dalle loro forme.

Se dovessi associare la tua arte a un genere musicale, quale sarebbe?

Io suono in una street band, e credo che rispecchi perfettamente la mia arte. Dentro c’è un po’ di astrattismo, un po’ di cubismo, c’è lo stile dei murales… Qualcosa di vitale e comunicativo.

Che cosa pensi di Cinquerosso Arte?

Ho aderito subito con grande entusiasmo perché credo abbia molto potenziale. Mi è piaciuto tantissimo incontrare gli altri artisti, anche perché è qualcosa che non accade di frequente. Da musicista ci sono molte più occasioni per conoscere e confrontarsi, mentre il mondo dell’arte è un po’ più chiuso e ci sono meno possibilità di contatto. In Cinquerosso Arte ho visto un gruppo affiatato e ben impostato, e mi auguro davvero che questo progetto possa portare cose belle a tutti. Sono persone speciali.

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