Il gatto di matisse
Il gatto di matisse
Giardini incantati, una vegetazione lussureggiante, animali sgargianti e cangianti, nobili nella loro superba bellezza, eppure amichevolmente
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gentili. Ad uno sguardo leggero, rapido, il lavoro di Sonia comunica il piacere di un cromatismo sapiente, di forme accattivanti, ma se si guarda con più attenzione si coglie una vibrazione, una radiazione di fondo che mette in moto la scena, rompe l’ apparente immobilità della rappresentazione. Sonia Strukul interpreta la natura, la riscrive con meticolosa premura, a partire dal grado zero: il nero che fa da sfondo alla maggior parte delle sue opere, è un nero assoluto, distillato, alchemico. E’ l’universo che da sempre esiste e per sempre esisterà. Da quelle profondità Sonia è in grado di estrarre la vita, non è dunque, semplice rappresentazione della natura ma, il sipario di ciò che si nasconde, che l’ artista usa, manipola per distrarre, deviare da sé l’ attenzione di chi guarda. Non è suo compito svelare ciò che non vuole essere svelato, ne coglie però la presenza, ne rivela la potenza trascendente nella dimensione immanente.
“ Solleva la natura, Dio è sotto “ Victor Hugo Chiudi
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