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Chiara Castelli

Chiara Castelli – Serve una cultura dell’arte, anche per l’interior design

Architetto e designer, Chiara Castelli ama instaurare con i clienti un rapporto di intimità e fiducia. Ascolto ed esperienza sono dunque i requisiti indispensabili per un arredamento dalla forte personalità.

Chiara, ci può descrivere il suo lavoro?

Be’ intanto posso dire che sono innamorata del mio lavoro. Il mio tempo libero lo dedico a cercare oggetti, materiali, idee. Sono laureata in architettura al Politecnico di Milano, ma mi occupo principalmente di architettura d’interni; essendo cresciuta in una famiglia di mobilieri ho sempre avuto a che fare con l’arredamento. Come architetto in effetti sono un po’ atipica perché ho un negozio di arredamento dove vendo sia i mobili disegnati da me, sia pezzi unici o comunque non prodotti in serie. La mia filosofia è infatti no logo. Il cliente che viene da me non cerca una marca, ma vuole qualcosa di distintivo, che abbia la mia impronta e sia frutto della mia selezione. Seguo quindi il cliente in ogni aspetto del progetto, dalla disposizione degli ambienti alla scelta dei tessuti e degli oggetti di arredo.

Nei miei lavori prediligo i colori caldi e do grande importanza ai materiali; uso moltissimo, per esempio, i metalli ossidati. Cerco di rimanere in linea con le tendenze, ma sono piuttosto eclettica e preferisco mischiare, dai pezzi di design a oggetti di antiquariato. In linea generale mi ispiro allo stile decorativo francese, per cui non sono certo “asciutta”, ma nel disegnare i miei pezzi scelgo sempre linee molto essenziali.

Qual è la parte che le piace di più di un progetto?

Devo dire che mi piace tantissimo il rapporto che si crea con il cliente. Entro nella vita delle persone, nelle loro case, in modo molto intimo. Vengo a sapere come la gente vive, quali sono le abitudini della famiglia, e spesso mi ritrovo a fare un po’ da psicologa. Nel tempo ho imparato ad ascoltare, a gestire anche alcune dinamiche che si creano per esempio tra marito e moglie, e quindi a offrire le mie idee. Amo questo aspetto del mio lavoro perché da me arriva la giovane coppia che sta per andare a vivere insieme per la prima volta, così come la coppia più matura che ha un altro tipo di atteggiamento e di bisogni. Ed è bello entrare nel loro mondo. La sfida è capire che cosa vuole chi ho davanti e cercare di filtrarlo con le mie scelte: per me il cliente non ha sempre ragione, e non lo assecondo se penso che le sue idee abbiano dei difetti.

Che ruolo ha l’arte nel suo lavoro, e cosa pensa di Cinquerosso Arte?

Do un grandissimo peso alle opere d’arte e più in generale a quanto finirà sulle pareti, per un semplice motivo: la prima cosa che le persone sbagliano nell’arredare le loro case sono i quadri. Ci sono clienti che sono appassionati d’arte e magari vogliono costruire il progetto di arredo proprio intorno alle opere, ma nella maggior parte dei casi le persone non hanno una sensibilità artistica. Per un interior designer, quindi, la difficoltà consiste nel coniugare il gusto personale del cliente con la necessità di non rovinare tutto con brutte opere alle pareti.

Per questo trovo molto interessante il progetto di Cinquerosso Arte, che offre a chi fa il mio mestiere opere di qualità a prezzi compatibili con qualsiasi tasca.

Certo, vedo delle difficoltà, soprattutto perché non è semplice far capire l’arte attraverso il canale digitale, e più in generale manca una vera e propria cultura che permetta di far riconoscere il bello. Bisogna costruirla.

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