“Oltre i confini” – Un dialogo artistico tra oriente e occidente: questo il titolo della mostra allestita da Cinquerosso Arte in occasione del party inaugurale di U-Visionary Venezia. Nuovo boutique hotel di Tridente Collection.
Lo scenario dell’evento è stato lo stupendo giardino dell’hotel, un vero e proprio gioiello di outdoor design nascosto nel sestiere di Canareggio. Oltre cento ospiti sono stati accolti in questa spettacolare location, durante una serata resa ancora più piacevole da un catering d’eccellenza e da uno staff impeccabile.
Il concept della mostra è in continuità con quello che ha ispirato il design dell’hotel, ovvero il ruolo di Venezia come ponte tra due mondi, Oriente e Occidente. Così pure i tre artisti esposti in questa occasione sono gli stessi scelti dall’architetto Daniele Chiocchio per le camere e le parti comuni dell’hotel, ovvero: Luca Brandi, icaro, Giulio Rigoni.

Luogo di partenze e di arrivi, di scambi culturali e rotte commerciali, sospesa tra la terra e il mare, Venezia è l’emblema del viaggio per eccellenza. Nonché città unica al mondo per le sue architetture e il suo stile. Ecco quindi che gli ospiti della serata hanno potuto ammirare i “Batales” di Icaro, fotografie di antichi batacchi che rappresentano creature a metà tra l’umano e il mondo animale. Capaci di richiamare i misteri e il fascino della città lagunare.

Le atmosfere orientali sono state invece evocate dalle opere in tecnica mista di Giulio Rigoni e Luca Brandi. Il primo i puoi dipinti ad olio arricchiti dalla foglia d’oro, che rappresentano soggetti onirici. Ritroviamo architetture arabeggianti e volti dalle espressioni indecifrabili, tra iconografia bizantina e ritrattistica rinascimentale. Il secondo con le sue raffinate tinte oro e con le sue linee che ricordano le forme delicate dei giardini zen a quelle geometriche degli interni delle case giapponesi.
“Un sincero ringraziamento, anche a nome degli artisti – commenta Francesca Fazioli, founder e direttore artistico di Cinquerosso Arte, – al patron di U-Visionary Fabrizio Pacini, che ha ospitato la mostra in occasione dell’opening e all’architetto Daniele Chiocchio che ha seguito l’allestimento.

È stato un evento davvero indimenticabile, chiusura perfetta di un percorso di collaborazione estremamente stimolante e gratificante.”