Titolare della casa editrice Damiani, Silvia Pesci è una grande esperta di fotografia e arte contemporanea, con una prospettiva internazionale. E tra i suoi mille viaggi intorno al mondo, ha assistito alla nascita di Cinquerosso Arte.
Silvia, cosa succede in Damiani?
Succedono tante cose molto interessanti. Siamo una casa editrice d’arte, con una particolare vocazione per la fotografia legata all’attualità. Negli ultimi anni, per esempio, abbiamo seguito con attenzione i fenomeni sviluppatisi negli Stati Uniti, come i movimenti per i diritti umani e per i diritti civili. Per questa nostra vocazione, pur avendo sede in Italia siamo una casa editrice internazionale, tanto che non stampiamo libri in italiano e la maggior parte del nostro lavoro si svolge all’estero.
Ci racconti un po’ della vostra storia.
Siamo nati nel 2004 con un primo volume dedicato a un autore italiano, e abbiamo subito capito che il presupposto essenziale perché una casa editrice possa andare avanti è la distribuzione. Sembra banale ma non lo è: i libri devono arrivare nelle librerie, ed è un passaggio complesso. Abbiamo quindi realizzato alcuni progetti molto importanti, e anche molto azzardati, per gli Stati Uniti allo scopo di qualificarci per poter collaborare con il più importante distributore di libri d’arte per quel mercato, cioè Artbook. Siamo così arrivati in librerie, concept store, bookshop dei musei e piattaforme digitali in tutti gli States.
In seguito abbiamo iniziato a collaborare con il più importante distributore del mondo, Thames&Hudson, che ci distribuisce in tutti i Paesi tranne gli Stati Uniti, dove continuiamo a essere seguiti da Artbook.
Il grosso del nostro lavoro, tra cui anche la selezione degli artisti e la gestione dei contratti, viene gestito dai nostri uffici negli Stati Uniti. La piazza artistica più energica, più frizzante e brillante è New York, dove noi abbiamo una sede e dove andiamo diverse volte all’anno per prendere contatto con gli artisti.
Il mercato italiano dei libri d’arte, in effetti, è piuttosto scoraggiante. Per questo abbiamo optato per il solo canale online, tramite il nostro sito: www.damianieditore.com
Da cosa dipende questo?
In Italia abbiamo editori di grandissima levatura, che attingono al nostro ricchissimo patrimonio artistico. Ma noi abbiamo scelto una strada diversa, dedicandoci maggiormente alla fotografia e all’arte contemporanea, e c’è da dire che oggi quanto si muove in questi campi accade all’estero. Quando facciamo presentazioni dei nostri libri a New York, per esempio, abbiamo la fila all’entrata perché tutti vogliono avere la copia firmata dall’autore, mentre in Italia partecipano pochissime persone. Il mercato italiano è piccolo, e ha poche risorse.
Lei è stata una delle prime persone a conoscere il progetto di Cinquerosso Arte. Che cosa ne pensa?
Penso che sia un bellissimo progetto. Certo, è un’impresa non semplice che richiede un grande impegno per ottenere visibilità. Però l’Italia è piena di giovani artisti, in particolare giovani fotografi bravissimi, che meritano di essere conosciuti e venduti. Le dinamiche di mercato non sempre rendono giustizia a quella che è la vera bellezza di un’opera. Auguro quindi a Cinquerosso Arte di riuscire nell’intento di dare a questi talenti la possibilità di farsi apprezzare.