L’eleganza di un hotel da sogno, con tutto il fascino di una città senza tempo: U-Visionary Venezia è l’esempio perfetto di come l’opera d’arte può inserirsi nel concept di un interior design di pregio.
Le figure oniriche di Giulio Rigoni, le espressive geometrie di Luca Brandi e i fregi misteriosi di Icaro completano gli interni del nuovo albergo di lusso inaugurato a gennaio 2025 nella Serenissima.
Dopo U-Visionary Roma, pensato per offrire agli ospiti “un’occhiata sull’eternità”, nasce infatti U-Visionary Venezia, che invece apre lo sguardo verso luoghi lontani. Visioni sul tempo e sullo spazio, dunque, nate per volontà dell’imprenditore Fabrizo Pacini: l’intento è di portare il visitatore in un viaggio dentro al viaggio, in cui il soggiorno in albergo non è solo una sosta ma un’esperienza a sua volta.
Il concept di U-Visionary Venezia, ideato dall’architetto Daniele Chiocchio, ruota tutto intorno al ruolo della città come ponte tra Oriente e Occidente. Negli ambienti ritroviamo una sapiente fusione tra l’eleganza sobria di un design all’avanguardia e le suggestioni esotiche che rimandano ai viaggi dei velieri carichi di spezie, ai racconti di Marco Polo, a quel crocevia di popoli e culture che Venezia è da sempre.

In un progetto così curato in ogni dettaglio, la scelta delle opere d’arte è stato un passaggio chiave: occorreva infatti inserire opere con un proprio carattere, che sapessero essere distintive senza risultare invasive, e in perfetta sintonia con il concept di interni.
Ecco quindi che sono stati scelti artisti che, con stili e sensibilità diverse, portano l’osservatore in un’ideale passeggiata che dalle calli veneziane giunge fino all’estremo Oriente.
Ritroviamo infatti Icaro con i suoi “Botales”: fotografie di antichi batacchi che rappresentano creature a metà tra l’umano e il mondo animale, figure di confine come Venezia stessa. Con i loro bianchi e neri conturbanti, le immagini di Icaro echeggiano i misteri e il fascino di questa città.
Anche Giulio Rigoni presenta figure a metà tra due mondi, ma nel suo caso ci muoviamo nel territorio tra sogno e realtà, con architetture arabeggianti a dorso d’elefante, e volti dalle espressioni indecifrabili, tra iconografia bizantina e ritrattistica rinascimentale.
Le opere di Luca Brandi, infine, con le sue linee che si intersecano e compenetrano, evocano gli ambienti del Sol Levante, dalle forme delicate dei giardini zen a quelle geometriche degli interni delle case giapponesi.
Ogni opera, quindi, è un “Touch of Infinity”, per usare le parole con cui U-Visionary Venezia si presenta.
